È la sera di mercoledì 20 gennaio 2021. Alessio si trova a Skagen, in Danimarca, ed è al settimo cielo.
Fra poche ore sbarcherà dalla nave Aida Diva di Costa Crociere e inizierà il suo ritorno verso casa, Ortona: un viaggio di quasi due giorni attraverso mezza Europa, reso più complicato da lockdown, zone rosse e restrizioni.
È contento di tornare perché l’imbarco è stato lungo e poco stimolante: a causa della pandemia la nave è senza passeggeri, con l’equipaggio ridotto al minimo, in rada a poche miglia dal porto.
Alessio ha preparato le valigie; la sua cabina, normalmente disordinata, ha ripreso un aspetto normale. Pochi oggetti da infilare nelle due valigie all’ultimo minuto ed è pronto per tornare a casa.
Alessio vuole festeggiare l’ultima sera sulla nave: prima cena con i colleghi, poi va con loro al bar della nave.
È quasi mezzanotte. Alessio scherza, improvvisa una canzone rap e pubblica il video su Instagram, con una stories che viene vista anche dai suoi amici di Ortona.
Si è fatto tardi. I colleghi tornano nelle loro cabine, Alessio va al bar per saldare il conto e poi si allontana.
Da qui, il buio.
È il pomeriggio inoltrato del 21 gennaio 2021 quando la famiglia viene avvisata:
“Alessio è scomparso. Da ieri sera nessuno l’ha più visto e questa mattina abbiamo ritrovato i suoi effetti personali al ponte 4, il ponte di ormeggio. Questa mattina abbiamo perlustrato la nave e, non avendolo trovato, abbiamo avvistato le autorità danesi. L’hanno cercato con mezzi navali e aerei, ma ora il sole è calato e hanno interrotto le operazioni.”
E poi:
Davanti a una notizia così sconvolgente la famiglia fa quadrato e prova a capire cosa è successo ad Alessio e cosa fare.
Viene chiamata l’Ambasciata in Danimarca, vengono avvisate le autorità italiane e soprattutto viene richiamata Costa Crociere. La domanda alla Compagnia è una sola: cosa è successo ad Alessio?
Le risposte di Costa Crociere ricostruiscono in parte i suoi movimenti e forniscono qualche informazione in più:
Ma queste informazioni non chiariscono il quadro:
Cosa ci faceva Alessio al ponte n.4, lui che aveva una bella cabina con balcone al ponte n.8?
Cosa ha fatto e con chi era Alessio dopo che ha lasciato la sua cabina?
La risposta sorprende tutti.
Lo sgomento è forte.
Come è possibile che su una nave così grande e complessa non ci sia un sistema di videosorveglianza attivo che tuteli il personale di bordo?
Le domande e le telefonate al team della Compagnia si susseguono per tutto il giorno in un crescendo di incredulità, dolore e spaesamento. Finché alla famiglia viene suggerita un’ipotesi terribile: “Potrebbe trattarsi di suicidio, un atto inspiegabile e imprevedibile”.
Davanti a questa affermazione la famiglia e gli amici rimangono attoniti. Alessio era un ragazzo pieno di vita, che progettava minuziosamente il proprio ritorno a Ortona e il suo futuro. Amava profondamente la sua famiglia e gli amici. E poi, soprattutto, al di là dei sentimenti, qualcosa non torna.
La famiglia chiede all’Ambasciata italiana e alla compagnia di attivarsi per far riprendere le ricerche ma non c’è nulla da fare. Il giorno dopo, per un paio d’ore, dalla nave sbarca un tender (un gommone) che perlustra la costa, ma nulla di più. A niente valgono le richieste della famiglia e i contatti con autorità e società del luogo. Dal giorno della sua scomparsa, più di sei mesi fa, Alessio non verrà mai più cercato.
È il 23 gennaio 2021: sono passati due giorni dalla scomparsa di Alessio. Le informazioni sono poche e frammentarie, l’unica novità è che la polizia danese è salita sulla nave.
A quel punto, la famiglia decide di andare in Danimarca per salire sulla nave, parlare con i colleghi e gli inquirenti e recuperare gli effetti di Alessio. Il fratello di Alessio, Simone, si prepara per andare a Skagen.
Il giorno della partenza Simone riceve una chiamata da Costa Crociere:
Dopo qualche minuto, Simone si riprende dallo shock e cerca delle alternative: “Va bene, allora saliamo sulla nave e non incontriamo l’equipaggio”, “Va bene, non saliamo sulla nave e incontriamo il comandante a terra”, e via dicendo.
Ma Costa Crociere è irremovibile: “Sulla nave non salirete, i bagagli e gli effetti di Alessio vi saranno recapitati in un hotel a Skagen”.
Simone e un rappresentante di Costa Crociere che ha organizzato il viaggio partono, arrivano a Copenaghen e iniziano il lungo viaggio.
Prima tappa: il commissariato di polizia per incontrare gli agenti che sono saliti a bordo della nave, due giorni dopo la scomparsa di Alessio.
Gli agenti hanno scattato qualche fotografia alla cabina di Alessio e al ponte n.4, dove sono stati ritrovati gli oggetti personali. Hanno anche parlato (senza interrogarle ufficialmente) con quattro persone: un collega e amico di Alessio, il comandante, il vicecomandante e un altro membro dell’equipaggio. Fine.
Alla domanda “Ma allora cosa è successo ad Alessio?” la risposta è “Non lo sappiamo, forse suicidio. Un fatto inspiegabile.”
Davanti alle obiezioni del fratello Simone e alle richieste del Commissario dell’Ambasciata i poliziotti si trincerano dietro un secco “I suicidi possono non essere premeditati e possono essere inspiegabili”.
Fine, di nuovo.
Seconda tappa: un hotel a Skagen per ricevere gli effetti di Alessio.
Il contenuto delle valigie è stato inventariato da Costa Crociere e indicato su dei fogli. Un lungo elenco di pagine che, riga per riga, indica un pezzo di vita di Alessio: maglietta Nike bianca, scarpe rosse, spazzolino e dentifricio, 2 calzini neri, e così via.
Dopo tre ore, l’inventario è finito.
Fuori la temperatura è gelida, la notte nitida e stellata, il mare nero.
Dalla banchina del porto si vedono le navi in rada e fra queste c’è anche l’Aida Diva, quella di Alessio, dove si nasconde la verità su cosa gli sia successo.
Si vede, è lì. Ma per la famiglia di Alessio è irraggiungibile.
La mattina dopo si parte per la terza e ultima tappa: l’Ambasciata italiana a Copenaghen.
Simone incontra il Console e l’Ambasciatore che esprimono solidarietà e offrono pieno sostegno, soprattutto nei rapporti con le autorità locali.
Sintia, la sorella di Alessio, e gli avvocati, nel frattempo hanno fatto partire la rogatoria internazionale: le autorità italiane chiedono ufficialmente alla polizia danese di collaborare, inviare materiali e indagare. Perché la scomparsa di Alessio è avvenuta in Danimarca, ma su una nave battente bandiera italiana, e quindi è come se fosse avvenuto dentro i nostri confini.
La Questura di Roma convoca Simone, Sintia e gli amici di Alessio. Gli inquirenti fin da subito si mostrano poco inclini ad accettare la versione di Costa Crociere e della polizia danese. L’ipotesi del suicidio non regge: lo dimostrano i fatti.
E così, dopo pochi giorni dall’inizio delle indagini, viene aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.
L’apertura del fascicolo è un successo e la prima speranza di avere giustizia.
Oggi le indagini stanno proseguendo nel più assoluto riserbo da parte degli inquirenti. Ma stanno andando avanti.
Forse ci vorranno ancora mesi, probabilmente anni, per sapere cosa è successo ad Alessio.
Ma la sua scomparsa ha fatto emergere altre storie, altre scomparse misteriose di giovani ragazzi imbarcati che all’improvviso, senza un motivo, si dileguano nel nulla. Anzi, secondo le versioni delle compagnie, si suicidano.
Sono tanti: decine in Italia, centinaia nel mondo. E solo raramente le famiglie scoprono la verità o hanno giustizia.
Per questo è importante mantenere alta l’attenzione sulla scomparsa e combattere.